Governo Gentiloni: nato con lo scopo di umiliare la volontà degli italiani

Governo Gentiloni: nato con lo scopo di umiliare la volontà degli italiani

È un piano ben studiato e pianificato nei particolari, il governo Gentiloni, nasce con un obbiettivo chiaro: umiliare la volontà degli italiani e fiaccarne la volontà di cambiamento, dimostrando che il voto non conta e non cambia nulla.

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Non si può spiegare diversamente quello che è successo ieri con la nomina dell’esecutivo di governo. La “promozione” della Boschi è solo la punta dell’iceberg, Madia, Poletti, Alfano, rappresentano la volontà di continuazione dell’esecutivo precedente. L’innesto di forze “giovani e nuove” come la Finocchiaro, sono il clou di un modus operandi che non ha pari nel mondo civile.

Nella lista dei ministri del nuovo governo di Paolo Gentiloni spunta il nome di Marco Minniti, dalemiano di ferro ora ministro degli Interni al posto di Angelino Alfano che – forse per essere allontanare le polemiche e i problemi della questione immigrazione – è stato spostato agli Esteri.

Quello appena varato è un “governo ombra”, diretto dall’ombra di Matteo Renzi che resta segretario del Pd e che quindi rimane protagonista e non lascia affatto la politica, come ‘minacciato’ più volte.

L’ex premier continuerà quindi a manovrare l’esecutivo. Il Messaggero, rivela un particolare poco rassicurante, l’ormai ex premier, prima di lasciare, ha consegnato un lungo dossier a Gentiloni, in cui vengono elencate tutte le priorità delle quali si dovrà occupare. “Per agevolare l’insediamento del nuovo governo – scrive Renzi nel, “pizzino”- ritengo utile e doveroso, in uno spirito di leale collaborazione, passare brevemente in rassegna il lavoro svolto in questi 1.000 giorni e soprattutto, segnalarti le scadenze imminenti e le priorità concernenti i principali dossier rimasti aperti”.

Dunque, sarà Renzi, a dirigere le operazioni e tra le priorità indica le solite cose irrisolte, che tali resteranno: l’occupazione, la povertà, la corruzione, il caso Regeni, ecc… ma attenzione, non si parla, in nessun punto della riforma elettorale. Quindi, non ha previsto nessuna scadenza per andare al voto, evidentemente molto temuto e per questo postergato il più lontano possibile.

Il voto popolare, poco più di una settimana fa, ha sonoramente bocciato le riforme proposte a colpi di maggioranza dalla stessa maggioranza che oggi viene riproposta, con un impianto politico e istituzionale, che si è dimostrato perdente.

Gentiloni, ufficialmente dovrebbe trovare in Parlamento una soluzione parlamentare alla riforma della legge elettorale, ma le diverse vedute e i diversi interessi di ognuno dei partiti, renderà ardua l’impresa e questo… Matteo lo sa.

 

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.