La giornata di ieri, si può riassumere in poche battute. Il pd di Renzi perde: A Genova contro il centrodestra ; A Carrara contro il M5s; A Parma contro gli ex M5s; A Trapani contro nessuno e in due medi comuni riesce a perdere anche con la sinistra -sinistra, ma Renzi dichiara “poteva andare peggio”.Stoico!
Questa è la sintesi spietata ma vera di ciò che è successo ieri al PD renziano, che ha perso un po ovunque ma Renzi i risultati li legge così: “Sono risultati a macchia di leopardo”. “Non è un test politico”. Contento lui!
Il centrodestra unito in questo secondo turno delle amministrative 2017, “bastona” come poche altre volte il PD renziano e Vince a Genova, Verona, Monza, Piacenza, La Spezia, Catanzaro, Alessandria, Pistoia – città da sempre governata da un sindaco di sinistra o di centrosinistra -, a Como, Asti, L’Aquila, Rieti, Lodi, Oristano e Gorizia.
Il PD vince a Palermo grazie ad Orlando con una coalizione che mette dentro tutto e tutti e dove non presenta neanche il simbolo. Vince a Taranto, Padova e Lucca. Praticamente solo in quattro centri, veramente ben poca cosa, sopratutto se raffrontato con il risultato dei 5 Stelle, dati per morti, ma che nei fatti vincono in 8 ballottaggi sui 10 in cui erano presenti, conquistando, Carrara, Fabriano e Guidonia, la terza città più popolosa del Lazio dopo Roma e Latina. Discorso a parte Parma, dove trionfa il sindaco uscente, ed ex grillino, Federico Pizzarotti.
La debacle renziana è figlia anche delle passate amministrative dello scorso anno, inutile nasconderlo o negare, dove Matteo Salvini, aveva apertamente invitato i suo elettori, dove la lega non era al ballottaggio a votare per i pentastellati, e Roma e Torino, sono state le città dove questo voto trasversale è stato più visibile.
Gli elettori non dimenticano, i partiti forse si e nonostante Grillo in persona non abbia dato indicazioni, è innegabile, che dove, l’elettore 5 stelle si è presentato alle urne, tra il PD di Renzi ed il centrodestra con dentro la la Lega, ha scelto quest’ultimo.
In un paese normale e in un partito normale un “elemento” come Renzi sarebbe stato già cacciato via a calci nel sedere e il partito avrebbe cambiato politiche. Invece, masochisticamente e per la gioa degli avversari, questi lo terranno in piedi fino alla loro scomparsa definitiva.

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.