FB – gruppo “NO trivelle”: in due giorni oltre diecimila adesioni

FB – gruppo “NO trivelle”: in due giorni oltre diecimila adesioni

“NO trivelle”: in due giorni oltre diecimila adesioni

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Gruppo “NO trivelle”: in due giorni oltre diecimila adesioni

“No alle trivellazioni!” E’ il nome di un gruppo Facebook nato in Sicilia , che in questi giorni si è attivato per fare campagna di sensibilizzazione pro referendum che si terrà il prossimo 17 aprile sulle limitazioni delle attività petrolifere a mare – entro le 12 miglia nautiche dalla costa, riconosciute dal diritto internazionale come acque territoriali italiane – per i titoli abilitativi allo sfruttamento e trivellazione già rilasciati, “per tutta la durata di vita utile del giacimento“.

La tematica “trivellazioni”  in Sicilia, luogo appunto in cui è nato questo gruppo, è molto sentita, e l’elevato numero di iscritti – ricordiamo oltre diecimila in due giorni –  è la dimostrazione lampante che nonostante il “becero” tentativo di Renzi di boicottare l’evento, non accorpandolo con le elezioni amministrative di maggio, la mossa  non sembra avere sortito l’effetto desiderato.

Le lobby del petrolio e dell’energia che stanno dietro a questo business, nonostante quindi i tentativi di fare passare in sordina il referendum, non dormono sonni tranquilli. Certo raggiungere il quorum non sarà impresa facile, ma questo gruppo – uno dei tanti – nato spontaneamente senza grosse personalità dietro, che in così breve tempo raggiungere simili numeri, fa ben sperare per il risultato finale.

Il governo ha tentato di giustificare la sua scelta , con la necessità di dovere varare un’apposita legge per indire un unico election day: motivazioni tecniche di dubbia rilevanza tecnica, ma che costeranno al contribuente italiano qualcosa come – secondo le stime del movimento nazionale “NO TRIV” – 360 milioni di euro di soldi pubblici.

Dietro questa scelta invece, secondo alcuni esponenti della società civile, delle associazioni ambientaliste e dei partiti d’opposizione in parlamento, ci sarebbe l’interesse politico a non dare risalto al referendum ed a limitare i tempi per un dibattito pubblico informativo sulla questione. Inoltre, scorporandolo dalla tornata elettorale delle amministrative, il rischio di una minore partecipazione degli elettori è maggiore, con il palese intento (del governo) di non fare raggiungere il quorum necessario e rendere quindi vana la consultazione.

Ricordiamo che il 17 aprile, si voterà per dire “si” o “no” alle trivellazioni petrolifere al largo delle coste italiane. Essendo un referendum abrogativo però, dobbiamo evidenziare e ricordare ai lettori, il quesito è posto “al contrario”, ovvero la domanda sulla scheda reciterà se si vuole o meno abrogare – ovvero cancellare – la legge (o parte di essa) oggetto del referendum, per questo, è necessario votare ” SI ” se si vuole dire “NO alle trivelle”.

Nello specifico, si tratta della proposta di abrogazione del comma 17, terzo periodo, dell’articolo 6 del dlgs n. 152 del 2006, limitatamente alle parole: “Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. Inutile allora, in questo senso, dire che il referendum di aprile assume un’importanza fondamentale, poiché appare chiaro che il popolo sovrano ed elettore non si esprimerà solo sulle motivazioni del singolo quesito referendario, ma soprattutto sulla direzione energetica da dare alla nazione Italia.

Sono tanti i sodalizi e i semplici cittadini che si stanno impegnando affinché la popolazione venga messa a conoscenza del referendum che si svolgerà – ricordiamo – tra meno di due mesi. Proprio con questo fine è nato quindi il gruppo Facebook “No alle trivellazioni!” (Clicca per raggiungerlo), che nel giro di due soli giorni, come detto, ha raggiunto oltre 10.000 adesioni.

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