Erri De Luca assolto nel processo sulla Tav

Erri De Luca assolto nel processo sulla  Tav

erri-de-lucaErri De Luca è stato assolto dall’accusa di “istigazione a delinquere” nel processo in cui era coinvolto per la frase “laTav va sabotata” rilasciata in diverse interviste. Il pm aveva chiesto una condanna di otto mesi di reclusione, ma per il giudice Immacolata Iadeluca il “fatto non sussiste“. Alla promulgazione della sentenza sono scattati immediati gli applausi dei numerosi No Tav presenti nel tribunale di Torino.

“E’ stata impedita una ingiustizia, quest’aula è un avamposto sul presente prossimo” questa la prima frase la pronunciata a caldo dopo la lettura del dispositivo della sentenza da De Luca. E continua “Ora mi sento tornato un cittadino qualunque, anche se la Valle di Susa resta una questione che mi riguarda” ed ancora “di questo processo mi rimane la grande solidarietà delle persone che mi hanno sostenuto, in Italia e in Francia.” l’ultima stoccata la dedica alla carta costituzionale: “la sentenza ribadisce il valore dell’articolo 21 della Costituzione”, per intenderci quello che tutela il diritto di espressione.

Ora che è bene ciò che finisce bene, vediamo ci capire quali sono i motivi della protesta.

Ormai siamo abituati alle proteste contro la realizzazione della Torino-Lione ad alta velocità. TG e media ci raccontano di scontri, proteste e dichiarazioni varie. Ma alla grande massa degli italiani, ancora non è chiaro cosa realmente si cela dietro questo progetto.

I media di regime asseriscono che l’opera è fondamentale per lo sviluppo dell’economia globalizzata, perché permette di velocizzare il trasporto merci a tutto vantaggio della competitività dei mercati. In parte questo è vero, ma i dati vanno visti complessivamente e non sul singolo punto.

I conti si fanno sul dato finale, cioè su quanto è l’importo totale dell’investimento, da dove vengono sottratti questi fondi e quanto sono i ricavi reali.

I costi della realizzazione sono esorbitanti ed ad oggi il reale importo non è quantificabile visto che variano continuamente. I soldi saranno prelevati da altri investimenti, realizzazioni di ponti, strade e quant’altro che ci servono ogni giorno. Magari un ponte crollato non potrà essere ripristinato perché mancano i fondi, con notevoli disagi per gli utenti e questo è solo un esempio.

Ed allora, perché i vari governi sono così inamovibili nella sua realizzazione. Potremmo scrivere pagine intere con motivazioni validissime ma non renderemmo abbastanza chiaro il concetto. Noi semplicemente vi invitiamo a fare una semplice riflessione: chi sono le ditte che si spartiranno tutto il fiume di denaro stanziato?

Ecco le imprese coinvolte nella realizzazione della tratta Tav Torino-Lione e traetene le conseguenze:

tp ferroLTF (Lyon-Turin Ferroviaire) è la società madre, responsabile della realizzazione dell’opera. Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, nel 2011 è stato condannato in primo grado per turbativa d’asta; oggetto: la gara per la direzione dei lavori per il tunnel esplorativo della Torino-Lione. L’avvocato difensore di Comastri era Paola Severino, ex ministro della Giustizia del Governo Monti. Comastri è stato condannato a otto mesi di reclusione (il pm aveva chiesto un anno e sei mesi).

Cmc (Cooperativa Muratori e Cementisti) cooperativa rossa, quinta impresa di costruzioni italiana, al 96esimo posto nella classifica dei principali 225 «contractor» internazionali che vanta un ex-amministratore illustre, Pier Luigi Bersani, si è aggiudicata l’incarico (affidato senza gara) di guidare un consorzio di imprese (Strabag AG, Cogeis SpA, Bentini SpA e Geotecna SpA) per la realizzazione del cunicolo esplorativo a Maddalena di Chiomonte. Valore dell’appalto 96 milioni di Euro.

Rocksoil s.p.a società di geoingegneria fondata e guidata da Giuseppe Lunardi il quale ha ceduto le sue azioni ai suoi familiari nel momento di assumere l’incarico di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Berlusconi dal 2001 al 2006. Nel 2002, la Rocksoil ha ricevuto un incarico di consulenza dalla società francese Eiffage, che a sua volta era stata incaricata da Rete Ferroviaria Italiana (di proprietà dello stato) di progettare il tunnel di 54 Km della Torino-Lione che da solo assorbirà 13 miliardi di Euro. Il ministro si è difeso dall’accusa di conflitto di interessi dicendo che la sua società lavorava solo all’estero.

Impregilo è la principale impresa di costruzioni italiana. È il general contractor del progetto Torino-Lione e del ponte sullo stretto di Messina. Appartiene a:
33% Argofin: Gruppo Gavio. Marcello Gavio è stato latitante negli anni 92-93 in quanto ricercato per reati di corruzione legati alla costruzione dell’Autostrada Milano-Genova. Prosciolto successivamente per prescrizione del reato.
33% Autostrade: Gruppo Benetton. Uno dei principali gruppi imprenditoriali italiani noto all’estero per lo sfruttamento dei lavoratori delle sue fabbriche di tessile in Asia e per aver sottratto quasi un milione di ettari di terra alle comunità Mapuche in Argentina e Cile
33% Immobiliare Lombarda: Gruppo Ligresti. Salvatore Ligresti è stato condannato nell’ambito dell’inchiesta di Tangentopoli pattuendo una condanna a 4 anni e due mesi dopo la quale è tornato tranquillamente alla sua attività di costruttore.

Chiaro? Dietro ci sono sempre loro, progettano, approvano, stanziano e spartiscono.

Poco importa se l’opera sarà un totale fallimento e non lo diciamo per partito preso, ma su dati reali: la TP Ferro, società che gestisce la ferrovia – e il tunnel sotto i Pirenei – che collega Parigi a Barcellona, cioè la consorella della TAV italiana, è stata costretta a portare i bilanci in tribunale. Conseguenza inevitabile dell’enorme debito accumulato, dopo che non è riuscita a trovare un accordo con i suoi creditori. Il debito è stato causato dalla “insostenibilità del modello economico” che ha costretto la società a fare istanza di fallimento volontario. La linea è ampiamente sottoutilizzata, solamente 70 treni passeggeri e 32 merci a settimana, ben al di sotto delle previsioni. Il costo della sezione transfrontaliera fra Perpignan e Figueras, comprendente il traforo, è stato di 1,2 miliardi di Euro, e ora il debito della TP Ferro supera i 400 milioni. Il tratto di linea in questione fa parte del fantasioso Corridoio Mediterraneo e la sua costruzione era stata finanziata dall’Unione europea. Lo stesso corridoio della Torino-Lione.

Capite? Abbiamo già un esempio di ciò che la TAV sarà, un modello superato dai costi esorbitanti che produrrà solo debiti. Ma a questi signori la cosa non importa, per loro conta solo ciò che c’è da spartire ………..ORA!

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