È una delle “elargizioni” statali più contestate dal M5S: il finanziamento pubblico ai giornali, o altrimenti detto “contributo all’editoria”. I grillini ne hanno sempre chiesto la sua abolizione ed ad ottobre hanno presentato allo scopo una proposta di legge in parlamento, ma il PD compatto ha votato contro.
È chiaro che se paghi qualcuno, questo qualcuno ti sarà quantomeno obbligato ed è partendo da questo concetto che questo”contributo” con qualsiasi governo non sia mai stato abolito.
Così, in attesa che la riforma dell’editoria venga approvata – ma non la sua abolizione – con un nuovo regime di finanziamento diretto a quotidiani e periodici, il governo in ottemperanza alla vigente legge sulla trasparenza, ha diramato i contributi elargiti al settore relativi all’anno 2014: qui l’elenco completo dei beneficiari.
Ecco uno stralcio del documento:
Come avrete letto dal documento, nonostante il finanziamento all’editoria negli ultimi anni sia stato ridotto, la somma trasferita rimane cospicua. Sono infatti ben 30 milioni e 700 mila euro i fondi che si sono divisi le 46 testate beneficiarie, a cui vanno aggiunti anche i contributi erogati alle imprese editrici di periodici che sono di proprietà di cooperative, fondazioni o enti morali.
Ma non è finita, non potevano mancare i fondi destinati all’informazione radiofonica, che sono andati unicamente a Radio Radicale, per un importo di ben 4 milioni euro per il solo 2014. “Dulcis in fundo” ci sono i contributi all’editoria periodica non vedenti e quelli riservati alle associazioni di consumatori.
Un vero è proprio albero della “cuccagna” a cui attingono l’ Avvenire, il quotidiano della conferenza episcopale italiana (Cei) che ha incassato 3 milioni 803 mila 622 euro, seguito da Italia Oggi con 2 milioni 998 mila 503 euro e da il manifesto con 1 milione 982 mila 005 euro.
Sopra il milione di euro ci sono: Il Cittadino, Conquiste del Lavoro, Corriere (testata della cooperativa editoriale giornali associati, da non confondere con il Corriere della Sera), Cronaca Qui, Cronache Di, Dolomiten e Primorski Dnevnik.
Altri 600 mila euro invece sono andati all’editoriale Dlm Europa, società editrice di Europa, quotidiano ex Margherita, poi Partito democratico, ora in liquidazione e i cui giornalisti sono stati in piccola parte assorbiti ne l’Unità; 410 mila euro al Foglio e 490 mila euro al Secolo d’Italia.
Ecco questa è la lista, tutti soggetti che oltre a prendere soldi pubblici, spesso fanno informazione di parte e faziosa, quindi “disinformazione” e cosa ancora più grave, concorrenza sleale verso chi si regge solo sulle proprie forze.

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.