Se Erdogan rischia la terza guerra mondiale per interessi personali

Se Erdogan rischia la terza guerra mondiale per interessi personali

erdogansE se vi dicessimo che il premier turco Recep Tayyip Erdogan, sta rischiando di provocare la terza guerra mondiale per interessi personali? Impossibile, complottismo? Non proprio.

In questa storia non ci sono alieni, organizzazioni segrete, massonerie, abominevoli uomini delle nevi. No, è tutto molto più banale, sono solo soldi.

Il Fatto Quotidiano (ma non solo lui, anche Sputnik e altre testate nazionali serie ed autorevoli), hanno riportato la notizia (un po’ sottovoce, chissà perchè?) che il figlio del presidente turco Bilal Erdogan, stia facendo affari d’oro con l’ISIS. VAI ALL’ARTICOLO DEL “FATTO”

E’ infatti interessante notare come lo scorso 20 novembre il ministro della Difesa russo, il generale Sergey Shoygu ha comunicato a Vladimir Putin che i massicci bombardamenti russi dei quattro giorni precedenti avevano distrutto non solo centinaia di autocisterne del Califfato piene di petrolio, ma anche una quindicina di depositi di stoccaggio e di raffinerie nella principale zona di produzione petrolifera dell’Isis, Deir Ezzor, “privando così i terroristi di 1,5 milioni di dollari di incassi quotidiani”. Altri impianti petroliferi e altre centinaia di autobotti sono stati colpiti anche nei giorni successivi.

Il totale delle cisterne distrutte, secondo fonti non ufficiali, sarebbe non inferiore a ben 520. Una bella botta per le casse dello Stato Islamico, ma ancora di più per chi ci traffica illegalmente con il petrolio (e non solo) rubato dall’ISIS. Tra questi “simpatici” trafficanti, stando alle dichiarazioni di Gürsel Tekin vicepresidente del principale partito d’opposizione turco (il Chp), ci sarebbe anche la compagnia turca di trasporti marittimi ” Bmz Ltd. “, che caricherebbe il petrolio dell’Isis sulle sue navi cisterna al porto di Ceyan e le trasporterebbe in Giappone. Indovinate un po’? Proprietario della compagnia è proprio Bilal Erdogan (nella foto sotto), figlio 35enne del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ma non solo sempre secondo Tekin la BMZ Ltd “è una ditta di famiglia in cui vari parenti stretti del presidente detengono quote azionarie, ed è in grado di ottenere fondi pubblici nonché finanziamenti illeciti dalle banche turche”.

erdogan bilal

Questo fa riflettere molto sulle reali intenzioni turche verso l’ISIS in Siria, che ad oggi si sono limitate a sole azioni dimostrative di poco conto ed attacchi concreti solo verso i curdi che però li combattono i terroristi.

Ed allora è ancora più interessante notare come il bombardiere russo Su-24 sia stato abbattuto dopo appena 3  giorni (il 24 novembre è stata data la notizia) dai bombardamenti russi che hanno distrutto le autocisterne dell’ISIS.

Ovviamente sarebbe riduttivo dire che ci siano solo gli interessi personali della famiglia Erdogan dietro le recenti tensioni tra Russia e Turchia che a stretto giro hanno indirettamente coinvolto anche NATO, Repubblica Popolare Cinese e Iran, tuttavia, che sia proprio la politica del Presidente Erdogan a dare fin troppo fastidio è una evidenza incontestabile.

Addirittura il vice-presidente iracheno Nuri al-Maliki infatti ha dichiarato: “Il doppio standard di trattamento di Erdogan e le sue politiche aggressive minacciano una nuova guerra mondiale. – ed ha poi aggiunto – Erdogan afferma che un aereo russo è entrato nello spazio aereo della Turchia per pochi secondi, – motivazione sufficiente ad abbaterlo – dimenticando che i suoi aerei violano lo spazio aereo iracheno e siriano ogni giorno”.

Un ammonimento chiaro quello del vicepresidente iracheno riportato da RussiaToday che sembra voler dire: “Allora anche noi potremmo abbaterti gli aerei che sconfinano, ma sappiamo cosa questo causerebbe e non lo facciamo. Tu lo sai cosa possono causare le tue azioni?”

Evidentemente Erdogan non lo sa, fa finta di non saperlo, si diverte a fare il bulletto dietro la ormai debole ombra protettiva della NATO, che – a differenza di Erdogan – sa però bene che sfidare Mosca in Siria significa cercare guai non solo con Putin – che non è certamente un nemico da prendere sottogamba – ma anche con la Repubblica Popolare Cinese, l’Iran e la Corea del Nord (che da sempre è diplomaticamente e non solo, vicina al governo di Assad).

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Una risposta a “Se Erdogan rischia la terza guerra mondiale per interessi personali”

  1. Anch’io, che ho il cuore a sinistra, sto ancora navigando alla deriva in attesa di avvistare all’orizzonte l’alba di un nuovo sole rosso. Intanto la zattera del MoVimento 5 stelle rappresenta una solida scialuppa con cui affrontare, dopo il naufragio delle “ideologie”, i flutti di questa società liquida.

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