Dimissioni Borsellino, ora Crocetta trema davvero. Ma il PD rischia di perdere altre due regioni


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Dopo le dimissioni annunciate ieri da Lucia Borsellino, assessore alla sanità della regione Sicilia, la posizione del presidente Rosario Crocetta si fa sempre più difficile. Il peso morale che si porta dietro il nome della Borsellino è di quelli che fanno la differenza e se a questo si unisce la mozione di sfiducia che l’on. Ferrandelli, Renziano di ferro, che sabato prossimo sarà sottoposta alla firma del suo partito ed i rapporti burrascosi del presidente con il sottosegretario Faraone, allora il quadro diventa chiaro: Crocetta potrebbe avere le ore contate. La Sicilia potrebbe quindi tornare al voto già in ottobre.

Ma anche la situazione in Campania rischia di sfuggire di mano al premier Renzi. Una situazione che nelle previsione si sarebbe dovuta risolvere in tempi brevi, sembra invece complicarsi di giorno in giorno.

Ieri mattina gli avvocati di De Luca hanno presentato un secondo ricorso ex articolo 700 contro il decreto di sospensione del presidente della Regione Campania in attuazione della legge Severino. Si tratta di una richiesta di urgenza di sospensione del decreto, che si aggiunge al ricorso presentato lunedì, questo perché il tempo massimo per la strategia messa in atto scade il 12 luglio, questa è infatti l’ultima data utile per convocare il Consiglio regionale, cioè entro i venti giorni dalle proclamazione di tutti gli eletti. Oltre questa data nulla è più possibile. Inoltre i 5 Stelle, sono sempre più intenzionati a far rispettare la legge: “L’impossibilità di insediamento e funzionamento degli organi regionali comporta infatti ex lege lo scioglimento del Consiglio Regionale” .

Ed anche in Campania quindi si potrebbe ritornare a votare.

Non da sottovalutare neanche la situazione in Piemonte, Sergio Chiamparino attuale presidente della regione, ha infatti, gli stessi problemi che portarono alla caduta del suo predecessore leghista Cota. Tutto è iniziato dal ricorso presentato dall’ex consigliera provinciale leghista Patrizia Borgarello per annullare la proclamazione degli eletti della lista “Chiamparino Presidente” e delle liste provinciali di Torino e di Cuneo del Partito democratico e di “Chiamparino per il Piemonte”. Borgarello aveva infatti denunciato irregolarità: dalle firme che sembravano false perché fatte tutte dalla stessa mano agli stessi sottoscrittori di una lista alleata. Ed anche qui il PD si trova ad affrontare una situazione non prevista che potrebbe portare a nuove elezioni.

Ma il ritorno alle urne potrebbe portare conseguenze sulle sorti dello stesso governo nazionale. In tutte e tre le regione infatti, i presidenti uscenti sono espressione del PD, ma una loro riconferma non appare al momento scontata.

In Sicilia, il M5S, già forte del risultato delle votazioni precedenti, sembra adesso rafforzato sia per la totale disfatta di Crocetta, sia dalla loro azione incisiva sul territorio, come ad esempio l’ultima uscita del finanziamento della bretella dell’A19 con i soldi del loro stipendio.

In Campania De Luca aveva vinto di un soffio sul governatore uscente Stefano Caldoro, che questa volta invece potrebbe ritornare ad occupare la sua vecchia poltrona, forte anche di un centrodestra rinvigorito e rinsaldato all’ultima tornata elettorale.

Anche in Piemonte la situazione non sarebbe semplice. La lega sta andando ogni oltre previsione è in questa regione, coadiuvata dal centrodestra unito, potrebbe riprendersi una bella rivincita.

Insomma situazioni tutte diverse e tutte da definire con scontri dagli esiti per niente scontati che potrebbero portare ad un ridimensionamento delle regione a guida PD.

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