E arrivò il giorno di Denis Verdini, il senatore di Ala, nonché referente privilegiato di Renzi, è stato condannato a nove anni di carcere per il crac dell’ex Credito cooperativo fiorentino, la banca di cui è stato presidente dal 1990 al 2010.
E alla fine gli è andata pure bene, la pubblica accusa infatti, aveva chiesto una pena a 11 anni. C’è voluta una intera settimana di camera di consiglio del collegio del tribunale di Firenze presieduto dal giudice Mario Profeta per arrivare a questa sentenza.
Oltre a verdini sono stati condannati a cinque anni e sei mesi anche i costruttori di Prato, Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei. Per tutti è arrivata anche, la pena più temuta, almeno per Verdini, cioè l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per il deputato di Ala Massimo Parisi invece, una condanna a due anni e sei mesi .
Dicevamo che gli è andata bene, infatti, per quella che poteva essere davvero un macigno, cioè l’accusa di associazione a delinquere, Verdini è stato assolto. La condanna è arrivata, per bancarotta e truffa ai danni dello Stato per i fondi dell’editoria andati alla Società toscana edizioni, che pubblicava il Giornale della Toscana. Al momento della lettura della sentenza, Verdini non era presente in aula, sono stati i suoi avvocati a dargli la “lieta” notizia per telefono.
Per Renzi, dopo la batosta dell’arresto dell’imprenditore napoletano Romeo, e le indagini su suo padre e il suo fido “destriero” Luca Lotti, la condanna del suo amico Verdini, rappresenta un altro mattoncino del suo castello,che si stacca.
Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.