Catalogna. Mandato d’arresto europeo per Puigdemont e otto membri del governo già in galera

Catalogna. Mandato d’arresto europeo per Puigdemont e otto membri del governo già in galera

Nuovo capitolo nella vicenda legata all’indipendenza catalana, che da settimane tiene il mondo incollato ai notiziari, come anche alle prime pagine dei quotidiani.

Nella tarda giornata di giovedì due Novembre il giudice dell’Audiencia Nacional di Madrid, Carmen Lamela, ha disposto l’arresto immediato di tutti gli otto membri del destituito governo catalano rientrati proprio nelle ultime ore da Bruxelles, dove si erano momentaneamente rifugiati. Tra i vari capi d’accusa a loro imputati vi sarebbero i reati di ribellione, sedizione e malversazione. Saranno reclusi in cinque carceri differenti situati in varie zone del paese.

Tra loro anche il vicepresidente del deposto governo catalano Oriol Junquera, che prima dell’arresto, ha postato su Twitter l’augurio che“il bene sconfigga il male“. Per uno di loro invece, l’ex consigliere Santi Vila, è stata concessa la revoca della custodia cautelare, dopo la corresponsione di una pesante cauzione di cinquanta mila euro. Era l’unico a cui era stata concessa tale possibilità, in virtù del fatto che si era dimesso dal suo incarico proprio poche ore prima della dichiarazione ufficiale di indipendenza pronunciata dal Parlamento catalano. Per tale motivo, il giudice Carmen Lamela gli aveva concesso tale beneficio. Era stato inoltre l’unico a rispondere a tutte le domande a lui rivolte dai giudici, mentre tutti gli altri ministri si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.

Nel frattempo, Carles Puigdemont e altri quattro ministri sono rimasti in Belgio, e sulla loro testa pesa un mandato d’arresto europeo che la Spagna ha emanato proprio in queste ultime ore. Come anche confermato dalle parole pronunciate alla tv pubblica belga VRT dallo stesso avvocato di Puigdemont: “Sono stato informato dal mio cliente, che il mandato è stato emesso contro il presidente e altri quattro ministri che si trovano in Belgio“.

Dura la reazione di Puigdemont, affidata a un post su Twitter: “Il governo legittimo della Catalogna incarcerato per le sue idee e per essere stato fedele al mandato approvato dal parlamento catalano” riferendo anche chiaramente di “un attentato gravissimo e un golpe contro le elezioni del 21 di dicembre” .

Esigo la liberazione dei consiglieri e la fine della repressione politica” ha aggiunto ulteriormente, raccomandando anche al proprio popolo di manifestare contro tali decisioni ma “senza violenza, pacificamente e rispettando le opinioni di tutti”.

A Barcellona e in molte altre città della Catalogna migliaia di indipendentisti sono immediatamente scesi per le strade al grido di “libertà per i prigionieri politici”, reclamando a gran voce per tutta la notte l’immediata liberazione degli otto ministri detenuti, e la decadenza di tutte le accuse per Puigdemont e gli altri ministri incriminati.

Parole dure sono giunte anche dal Sindaco di Barcellona, Ada Colau, che ha parlato espressamente su Twitter di “un giorno nero per la Catalogna”, e di un ”governo eletto democraticamente alle urne, in prigione”. Parole forti sono state anche pronunciate da Marta Pascal, segretaria del Pdecat, che ha accusato l’Europa di un suo probabile atteggiamento passivo anche in questa grave vicenda.

La stessa Unione Europea ha commentato la notizia, facendo riferimento a un chiaro affare interno alle istituzioni spagnole.

Puigdemontcontinua a fuggire al proprio destino. Dalla sua parte continua ad esserci il sostegno di gran parte della popolazione indipendentista catalana. Nessuno può sapere quali saranno a questo punto le sue prossime mosse.

Nessuno sa come questa storia davvero finirà.

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