Caso Puigdemont: Tribunale belga rinvia decisione e la Corte Suprema spagnola revoca mandato arresto internazionale

Caso Puigdemont: Tribunale belga rinvia decisione e la Corte Suprema spagnola revoca mandato arresto internazionale

La vicenda legata all’estradizione del presidente Carles Puigdemont si arricchisce in queste ore di un nuovo clamoroso colpo di scena.

Nella giornata di ieri, il tribunale di Bruxelles aveva rinviato al 14 Dicembre la decisione, senza però escludere l’ipotesi di una ulteriore proroga per gennaio, come anche confermato dagli stessi legali dell’ex presidente catalano.

Ma in queste ore, è stata intrapresa una decisione davvero inaspettata da parte della Corte suprema spagnola: il giudice Pablo Llarena avrebbe ritirato il mandato d’arresto europeo emanato nelle scorse settimane contro Puigdemont e quattro dei suoi ex ministri, Antonio Comín, Lluís Puig, Meritxell Serret e Clara Ponsatí. La decisione sarebbe stata subito comunicata alle autorità Belghe. Lo riporta El pais.

Il motivo di ciò sarebbe legato alla diversa giurisdizione presente in Belgio, dove sono tuttora sotto giudizio i cinque indagati: il codice penale belga non annovera tra i suoi reati quello di ribellione, per cui gli imputati potrebbero essere eventualmente accusati solo per gli altri due reati a loro ascritti, malversazione e insubordinazione.

La mossa decisa dalla Corte Suprema spagnola vuole evitare che il tribunale belga possa decidere i capi d’accusa per gli imputati in base al proprio codice penale, impedendo quindi alle autorità spagnole di giudicare i cinque indipendentisti anche per il più grave reato di ribellione.

Permane ugualmente per tutti gli indagati il mandato d’arresto spagnolo. Nelle scorse ore il giudice Llarena aveva deciso inoltre la prosecuzione della detenzione per quattro leader indipendentisti, il vicepresidente catalano e leader del partito Erc, Oriol Junqueras, per Jordi Sanchez e Jordi Cixart, indiscussi capi delle due organizzazioni indipendentiste Anc e Omnium, e per Joaquim Forn, ex ministro degli esteri. Per tutti permane il rischio di una eventuale condanna a circa trenta anni di carcere.

Nell’avvicinarsi alle elezioni del 21 dicembre prossimo, la situazione legata all’indipendenza catalana tende ad farsi sempre più incandescente.

Non sono esclusi nuovi clamorosi colpi di scena. Un caso divenuto ormai imprevedibile.

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