Attentati a Parigi: Isis o “false flag”?

Attentati a Parigi: Isis o “false flag”?

parigi-attentatiE’ una domanda che in molti si sono posti, ma alla quale non è facile rispondere.

Noi come al solito cercheremo di analizzare fatti e circostanze e lasciare al lettore la scelta della risposta.

 

 

Le ipotesi:

  1. La Francia, da sempre ha interessi geopoltici in quella zona del mondo, è stata lei l’artefice principale della distruzione della Libia. Da tempo cerca di ripetere l’operazione libica in Siria, ma l’intervento russo in favore di Assad ne ha bloccato le iniziative. Putin oltretutto si è spinto a dire che le incursioni aeree francesi in Siria sono illegittime perché non richieste dal legittimo governo e le leggi internazionali supportano la tesi russa, a meno che non si venga attaccati, in quel caso si ha il diritto di difendersi.
  2. Su diversi siti è riportata la notizia che i servizi segreti francesi sapevano dell’attentato e addirittura che la mattina dell’attentato, i funzionari di sicurezza della comunità ebraica francese erano stati informati della possibilità concreta dell’imminenza di un grande attacco terroristico nel Paese. A riportarlo è Jonathan-Simon Sellem, giornalista franco-israeliano, con doppia nazionalità, che vive in Israele dal 2006 e nel 2008 ha fondato JSSNews, testata giornalistica israeliana in francese. A darne notizia, lo stesso The Times of Israel.
  3. L’attentato di gennaio al Charlie Hebdo aveva aperto la strada ai dubbi, i terroristi uccisi immediatamente senza essere interrogati, non hanno nessuna logica di intelligence. In quell’occasione, i governanti e il popolo scesero in piazza per nuove e più efferate misure militari, ma l’indignazione non raggiunse i vertici sperati. I 130 morti di oggi invece, sono riusciti ad aprire i rubinetti dell’indignazione popolare. Ad un “atto di guerra” bisogna assolutamente rispondere. Come? Ovviamente, bombardando la Siria e distruggendo – con la scusa della “lotta all’ISIS” – lo stato siriano, l’esercito siriano, la società siriana… che da cinque anni stanno combattendo l’ISIS e altri tagliagole armati dall’Occidente e dalle Petromonarchie.

Complottisti? Forse, ma i dubbi restano, certo è che questa notte la Francia ha sferrato un attacco in grande stile a Raqqa in Siria, in quella che è definita la “capitale” dello Stato islamico. Ha riferirlo sono gli attivisti anti-Isis nella città “Almeno 30 i raid aerei”. Le conseguenze maggiori sempre per i civili: l’energia elettrica è saltata. Secondo i francesi a Raqqa sono stati addestrati gli attentatori che hanno attaccato Parigi. La notizia è stata confermata dal ministero della Difesa parigino.

Quindi, da adesso la Francia è legittimata a difendersi e bombardare la Siria, e se questo potrà comportare un conflitto nucleare con la Russia, impegnata in Siria contro l’ISIS poco importa, sia per il governo che per i media asserviti. Tanto alla fine le conseguenze ricadono sempre e solo sulla popolazione: “A la guerre comme à la guerre”.

Anche il discorso di Obama immediatamente dopo l’attacco va in questa direzione: “è un attacco a tutta l’umanità”. Si certamente è vero, ma anche l’attacco terroristico a Beirut del giorno prima in cui sono morte 40 persone era un attacco a tutta l’umanità. Anche le migliaia di morti che abbiamo fatto noi in Libia non erano un attacco all’umanità?. No! Erano solo libici. Ed il bombardamento dell’ospedale di Medici senza frontiere avvenuto nella notte del 3 ottobre a Kunduz, in Afghanistan. sotto il fuoco di aerei Nato americani, dove sono morte almeno 20 persone tra cui medici e infermieri, non è “è un attacco a tutta l’umanità”?
Evidentemente no, solo i 120 morti in Francia sono un attacco a tutta l’umanità.

Vogliamo chiudere con un video prodotto da “WHYLAPS” in cui si spiega le ragioni per cui la Siria è oggetto delle attenzioni di tutti i governi. Dura 15 minuti, ma ne vale assolutamente la pena.

Ed allora, gli attentati a Parigi sono: Isis o “false flag”?, noi non lo sappiamo, e voi?

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.