Crocetta, dunque, oggi alle 12, renderà le sue dichiarazioni all’Ars. Sarà un dibattito animato nel quale è previsto l’intervento dei soli capigruppo. Cosa dirà Crocetta al momento è difficile da prevedere, le sue decisioni hanno la durata di un battito di ali, nel giro di un paio di giorni si è passati dall’autosospensione al suicidio, poi alle dimissioni, ma subito dopo dimissioni condizionate alla realizzazione di alcuni provvedimenti e diluiti in un mese. Ieri dopo le dichiarazioni della procura che ha negato l’esistenza delle intercettazioni, pare non si voglia più smuovere, ed oggi? Vedremo.
Il PD, al momento è indirizzato a varare una serie di riforme per salvare la faccia in vista dell’exit strategy. Alla scopo di rispettare i tempi, la sessione estiva sarà allungata fino al 12 agosto; si accorceranno quindi i giorni di ferie dei deputati che rientreranno il 2 settembre. Almeno due i provvedimenti di estrema urgenza da votare: la riforma delle Province, entro il 31 Luglio, e quella dell’acqua che dovrebbe ritornare regionale. Poi dovrebbero esserci le dimissioni del presidente e si dovrebbe tornare a votare in ottobre, ovviamente Crocetta permettendo.
Ed è qui il fulcro della questione, il governatore pare non voglia più mollare. Ma il PD ha fatto dei calcoli ben precisi e sono calcoli fatti in base ad un sondaggio commissariato in fretta e furia dal Pd nazionale: se si votasse a Ottobre, il Pd sarebbe al 17% ed il il Movimento Cinque Stelle al 34%. Andare al voto significherebbe quindi consegnare la Sicilia ai grillini.
Ma il Pd è diviso tra chi sostiene di andare a votare subito e chi invece dice di resistere. La linea però la detta la segreteria di Matteo Renzi che fa un ragionamento semplice: meglio andare a votare subito, perché adesso con una coalizione larga si può ancora vincere anche perché ad ottobre potrebbe arrivare qualche altro scandalo a rovinare tutto definitivamente . Quindi fare una lista mettendo dentro tutto lo scibile possibile, anche il Nuovo Centro Destra di Alfano. Determinante nell’ottica di questa sommatoria per superare i 5S, diventa a questo punto la lista civica di Crocetta il “Megafono” accreditato nei sondaggi dal 4 al 6%. Non rompere quindi diventa imperativo. Ed è qui che Crocetta gioca la sua partita, il messaggio è: ” se mi sfiduciate, non mi alleo e senza la mia lista probabilmente perdete – Liguria docet-“. Cosa proporrà? Ancora qualche ora e ………. sapremo.
Il Pd con questa strategia conta di riuscire ad arrivare anche al 38 – 40% e puntando sul fatto che i grillini non fanno alleanze, sull’inconsistenza a destra in Forza Italia e della inesistenza dei piccoli partiti di sinistra, potrebbe farcela.
La Redazione di Fatti&Avvenimenti.