Taglio stipendi ai parlamentari. Oggi il voto in aula della proposta del M5S: il PD compatto per il NO

Taglio stipendi ai parlamentari. Oggi il voto in aula della proposta del M5S: il PD compatto per il NO

La proposta di legge del movimento 5 stelle, oggi arriva in Aula a Montecitorio e si inizierà a discuterla intorno alle 15, ma il PD compatto farà le barricate con giustificazioni degne dei bambini “dell’asilo Mariuccia”.

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E no, il Pd ma non solo, un po tutti i partiti di lasciare il “malloppo”, proprio non ne vogliono sentire parlare. Pur di non lasciare un centesimo, ieri nelle schermaglie iniziali, si è sentito di tutto, scuse talmente banali e ridicole, da fare sembrare acqua fresca, la famosa “balla” belusconiana di Ruby nipote di Mubarak.

A dare una ulteriore mazzate agli “attaccati” al malloppo, ci ha pensato la chiesa – con una delle sue solite ingerenze – il presidente Cei, cardinale Bagnasco ha dichiarato: “La riduzione degli stipendi sarebbe sicuramente un segnale positivo”. Una specie di taglio delle teste.

Beppe Grillo, che è arrivato a Roma e oggi sarà presente in Parlamento al momento del voto, ovviamente se si farà, o come più probabile si rinvierà, con piacevole sarcasmo ha infilato il coltello nella piaga e rivolgendosi ai deputati DEM ha detto: “Siate generosi, non deludete i cittadini”.

Le scuse accampate per non votare la proposta di legge sono molteplici e variegate, si va dal “populismo”, alle contestate note spese dei grillini – che sono gli unici a restituire la diaria non rendicontata – al, troviamo un altra forma e leghiamo gli stipendi alle presenze in aula.

Comunque vada a finire oggi, ci sarà un solo vincitore, il M5S ed un solo perdente, Renzi. È inutile rimescolare le carte, l’esito qualunque sia si abbatterà sul voto referendario del 5 dicembre. Il taglio dei Senatori, strombazzato come risparmio per lo stato crolla miseramente. I poco più di 40 milioni di euro di presunto risparmio, sono surclassati da gli oltre 83 milioni che si otterrebbero da questa legge.

Il PD e Renzi di questo ne sono consapevoli ed oggi faranno di tutto per non andare a votazione e rimandare il voto a dopo il referendum. Ma Luigi Di Maio ieri, rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio ha detto: “Renzi ci dica chiaramente se il Pd voterà oppure no il nostro disegno di legge. Se vogliono fare proposte ben venga, se invece vogliono rimandare il testo in commissione significa affossare tutto e tenersi il malloppo”.

Non ci resta che attendere.

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.