28 caccia russi in Siria per colpire l’Isis e Putin incontra Netanyahu per “evitare incidenti tra i rispettivi eserciti”

28 caccia russi in Siria per colpire l’Isis e Putin incontra Netanyahu per “evitare incidenti tra i rispettivi eserciti”

aerei-russiDopo l’invio della settimana scorsa di 5 nave da guerra al largo della costa siriana, la Russia ha completamento del suo annunciato appoggio al regime siriano del presidente Bashar al Assad , ha dispiegato 28 aerei tra caccia e bombardieri. La notizia riportata dall’agenzia Bloomberg e confermata da France Press, è stata fatta trapelare da funzionari statunitensi. “Ci sono 28 aerei russi da combattimento e d’attacco al suolo, schierati sulla pista di un aeroporto militare nella provincia di Latakia, roccaforte alawita del regime del presidente Bashar al Assad nella parte Nord-occidentale del Paese” è quanto hanno riferito i funzionari Usa mantenendo l’anonimato.

Questa mossa è la conferma di quanto trapelato la settimana scorsa, della volontà di Mosca di creare una base militare per aiutare le truppe del regime siriano ed arriva dopo che l’ambasciata russa a Damasco è stata colpita – ieri mattina – da un colpo di mortaio, che non ha causato né vittime né danni. L’attacco è stato attribuito a militanti antigovernativi. Comunque non è la prima volta che l’ambasciata russa finisce sotto il fuoco dei ribelli.

L’agenzia Reuters sul proprio sito, citando alcuni esponenti dell’amministrazione americana precisa che i primi droni russi iniziano già a volare sui cieli della Siria per missioni di sorveglianza. Non si sa quanti siano i droni coinvolti nelle missioni, ma l’avvio dei voli dei droni russi potrebbe innescare incidenti non voluti, incrociandosi con i droni americani nel limitato spazio aereo siriano.

A consolidare questo quadro pre-bellico, secondo il quotidiano Kommersant, nella nella base russa del porto siriano di Tartus, ricordiamo l’unico di Mosca nel Mediterraneo, al momento ci sarebbero già oltre 1.700 specialisti militari russi ed almeno due compagnie di fanteria di marina, due plotoni di carri armati e una piccola unità di elicotteri. Quest’ultima notizia è confermata da un’altra fonte citata da Interfax.

Sempre ieri, proprio per limitare i rischi di incidenti tra i rispettivi eserciti, si è svolto un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. L’incontro è avvenuto a Mosca per discutere del processo di pace in Medio Oriente e della lotta al terrorismo globale. In una conferenza stampa dopo la riunione, Netanyahu ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di “evitare malintesi tra le truppe israeliane e le truppe russe” con la creazione di un meccanismo di coordinamento.

L’aviazione israeliana infatti, ha già effettuato una serie di attacchi aerei in territorio siriano per rappresaglia al lancio di missili e contro convogli di armi di Hezbollah, mentre la Russia ha presumibilmente schierato diversi aerei da combattimento e personale in una base aerea nella città siriana di Latakia.

Putin ha sottolineato che le azioni Russe in Medio Oriente “sono state e saranno sempre molto responsabili” mentre Netanyahu ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla possibilità che l’Iran crei un fronte terroristico sulle alture del Golan con l’aiuto della Siria. Ma Putin ha chiarito che le condizioni dell’esercito siriano, al momento non consentono di aprire un secondo fronte contro Israele.

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